Ecco quali sono le regole da rispettare per avere un impianto di videosorveglianza in linea con le
normative che tutelano la privacy
Installare un impianto di videosorveglianza nella propria abitazione, attività commerciale o azienda è una scelta da non rimandare. Nei primi dieci mesi del 2022 i furti sono aumentati del 20% e le rapine del 18%. Quando si compra una nuova casa o si apre un’attività, il più delle volte non si vuole pensare a questi eventi spiacevoli ma, alla fine, bisogna fare i conti con la realtà: in Italia, ogni 3 minuti avviene un furto, e per completarlo bastano solo 10 minuti.
Che si tratti di professionisti o semplici delinquenti, le tecniche utilizzate sono sempre efficaci.
Anche il riconoscimento dei ladri diventa difficile dal momento che sono soliti travestirsi da personale delle forze dell’ordine o da tecnici, colpendo soprattutto le persone più fragili come gli anziani.
Senza un impianto di sicurezza sei esposto ai rischi di intrusione, furto e rapina. Di conseguenza, installare un impianto di videosorveglianza è il minimo che dovresti fare per proteggerti; in generale dovrebbe essere una tra le prime scelte da fare quando si va ad abitare un nuovo spazio per lavoro o per la vita privata.
Allo stesso modo di come si devono proteggere i propri spazi però, si deve fare attenzione a non invadere la libertà e la privacy altrui. In effetti, ad una più attenta analisi, le telecamere di videosorveglianza sono come occhi aperti 24 ore su 24 su quello che succede nel mondo.
Attraverso la registrazione con le telecamere si vanno a raccogliere dati personali sulle persone che occupano gli spazi domestici e lavorativi, anche se per un breve momento di passaggio.
Ecco perché la materia della videosorveglianza è stata regolamentata dal Comitato Europeo per la protezione dei dati personali (EDPB) che ha stilato delle linee guida nel 2019, adottate dal GPDP (Garante per la Protezione dei Dati Personali). Vediamo in che modo il Garante guida l’installazione di impianti di videosorveglianza in linea con le normative sulla privacy, iniziando con una breve analisi sui componenti dell’impianto di videosorveglianza.
Impianto di videosorveglianza: com’è fatto
Un impianto di videosorveglianza ha il compito di riprendere e registrare ciò che avviene nella zona da sorvegliare. Con le ultime tecnologie, attraverso l’analisi video intelligente, è possibile anche far riconoscere al sistema il contenuto delle immagini riprese classificandolo come persona, animale, oggetto e seguire le registrazioni in tempo reale attraverso un’app sullo smartphone.
Nel dettaglio, un impianto di videosorveglianza è composto da:
- Telecamere, il loro compito è filmare quello che “vedono”. Possono essere fisse o mobili, nel caso in cui si abbia la necessità di controllare più angolazioni ma non sia possibile installare più di una telecamera. Inoltre, possono essere da interno o da esterno, e a colori o in bianco e nero.
- Videoregistratore, raccoglie tutti i segnali ricevuti dalle telecamere e gestisce le registrazioni. Con l’avvento delle nuove tecnologie, i videoregistratori usati maggiormente sono quelli NVR (Network Video Recorder) collegabili a Internet per la gestione dell’impianto attraverso la rete.
- Stazione di archiviazione dei video, presente all’interno del videoregistratore e incaricata di salvare e immagini riprese.
- Monitor e tastiera, per visualizzare le immagini riprese. È possibile anche installare schermi touchscreen dai quali monitorare la situazione, da inserire nelle pareti.
Impianto di videosorveglianza: regole generali
I ladri attaccano sia di giorno che di notte, a prescindere che ci siano persone o meno in casa, nei negozi o nelle aziende. Le misure di difesa passiva, ovvero le grate, inferriate, porte e infissi blindati sono utili e la loro installazione deve essere presa in considerazione e realizzata ma, il più delle volte, non è sufficiente.
L’unica soluzione per allontanare il rischio di un’intrusione è installare un impianto di videosorveglianza, in modo tale da tentare di dissuadere i malviventi dall’entrare nella proprietà.
Esiste però un limite tra la difesa dei propri spazi e la libertà altrui, una linea molto delicata tra la sicurezza e il rispetto della privacy di persone terze. A questo proposito, il GPDP ha indicato alcune regole da seguire in merito all’installazione di impianti di videosorveglianza.
Innanzitutto un impianto di videosorveglianza per essere definito legittimo deve rispettare le normative vigenti e la motivazione della sua installazione dev’essere esclusivamente quella di sorvegliare le aree a rischio intrusione per tutelare la sicurezza della proprietà, oltre quanto sia stato già fatto con gli strumenti di difesa passiva.
Per installare l’impianto non è necessaria nessuna autorizzazione da parte del Garante ma si devono rispettare queste regole:
- Le telecamere devono essere posizionate in direzione dell’accesso da sorvegliare e riprendere solo le aree di propria pertinenza.
- Nel caso in cui, per tutelare la propria sicurezza, sia indispensabile riprendere aree di terzi, gli spazi estranei devono essere oscurati.
- Evitare di riprendere aree pubbliche o appartenenti a terze persone.
- Divieto di diffondere o comunicare informazioni circa le immagini riprese.
Impianto di videosorveglianza: regole sulla privacy abitazioni private
L’installazione di sistemi di videosorveglianza e la registrazione delle immagini devono avvenire nel rispetto della protezione dei dati personali delle persone terze. Per questo principio la registrazione delle immagini deve coinvolgere esclusivamente la propria abitazione. È opportuno quindi installare le telecamere in prossimità degli accessi da sorvegliare, direzionando il più possibile l’angolatura della ripresa verso la propria porta d’ingresso o i propri infissi.
Nell’eventualità di una casa al piano terra o di una villetta con cortile, ad esempio, si dovrà direzionare l’angolatura della ripresa il più possibile verso la propria abitazione e minimizzare l’utilizzo dei dati ripresi, utilizzati esclusivamente per le proprie esigenze di sicurezza.
In caso di servitù di passaggio, è necessario acquisire formalmente il consenso del soggetto coinvolto nel passaggio.
Per quanto riguarda la conservazione delle immagini riprese, i proprietari dell’impianto di videosorveglianza e della casa devono archiviare le immagini per il tempo necessario ai fini delle esigenze di controllo e sicurezza della propria abitazione, in media per due giorni.
Smart cam
Le smart cam sono piccole telecamere da interno volte al controllo degli ambienti domestici, ad esempio in caso di presenza di persone anziane, bambini e animali domestici. Essendo telecamere da interno finalizzate ad uso personale, il trattamento dei dati personali relativo a queste registrazioni è escluso dal Regolamento. In ogni caso, eventuali collaboratori presenti nell’abitazione, quali colf o babysitter, devono essere informati della presenza delle telecamere e si deve evitare l’uso della registrazione in ambienti che possano ledere la dignità della persona, come nei bagni. È doveroso anche proteggere la sicurezza dei dati raccolti, facendo attenzione a non disperdere i dati in rete o evitando di diffonderli volontariamente.
Impianto di videosorveglianza: regole sulla privacy condomini
Se l’area da sorvegliare è un condominio, la decisione di installare un impianto di videosorveglianza deve essere presa tramite assemblea condominiale e deve avvenire per maggioranza dei presenti. È necessario inoltre segnalare la presenza di telecamere tramite cartelli e conservare le immagini per un massimo di sette giorni.
Impianto di videosorveglianza: regole sulla privacy aziende
Nelle aziende pubbliche o private, il datore di lavoro può installare delle telecamere di videosorveglianza esclusivamente per esigenze produttive e organizzative e per tutelare la sicurezza dei beni e delle persone. Inoltre, è necessario svolgere una valutazione d’impatto per aree su larga scala che prevedono l’accesso da parte del pubblico: ciò significa che si deve mettere in atto un processo per descrivere le finalità del trattamento e valutarne la necessità e i rischi connessi ai diritti e alle libertà delle persone.
Per la conservazione delle immagini riprese da un impianto di videosorveglianza di un negozio o azienda, già dopo uno o due giorni è possibile procedere alla loro eliminazione in quanto, in caso di atti vandalici o intrusioni, le immagini sarebbero analizzate il giorno stesso dal titolare.
Cartello di videosorveglianza
Come accennato in precedenza, se si decide di installare un impianto di videosorveglianza è obbligatorio apporre un cartello informativo circa la presenza di telecamere. Il cartello può essere anche un modello semplificato presente sul sito del GPDP, l’importante è che riporti le indicazioni sul titolare del trattamento e sulla finalità che si persegue con la registrazione. I cartelli di videosorveglianza devono essere apposti prima dell’area sorvegliata, per avvisare i soggetti della presenza delle telecamere e permettergli di mantenere un atteggiamento consono. Non è necessario indicare il luogo specifico dell’installazione delle telecamere ma solo la presenza di una zona videosorvegliata.
Casi esclusi dalla normativa
Ci sono delle situazioni dove si verifica la registrazione di immagini ma che non rientrano nella normativa di protezione dei dati. Questo accade nel caso di fotocamere false o spente, perché appunto non avviene una registrazione, o in caso di riprese dall’alto che non coinvolgono direttamente le persone come nel caso delle registrazioni ad alta quota, ad esempio quelle fatte con un drone.
Destreggiarsi tra le regole e rispettare la privacy delle persone coinvolte nelle registrazioni è una questione delicata. Per contare su un’installazione sicura, che tenga conto delle disposizioni di sicurezza dei dati e delle riprese, affidati a Just Allarme, richiedi un preventivo gratuito e senza impegno su https://justallarme.it/configuratore/